Aveva prodotto, tra gli altri, Neville Brothers, Marianne Faithfull, Lou Reed, Laurie Anderson e Lucinda Williams
Hal Willner, produttore discografico diventato celebre per i suoi album e concerti tributo oltre che come supervisore dei numeri musicali del “Saturday Night Live” a partire dal 1981, è morto la notte scorsa per le complicazioni legate al coronavirus, aveva 64 anni.
Tra gli artisti per i quali Willner ha prodotto musica spiccano i Neville Brothers, all’inizio della sua carriera a metà anni Settanta con l’album “Fire on the Bayou”, Marianne Faithfull, Lou Reed, Laurie Anderson e Lucinda Williams. Ma la sua fama è legata soprattutto ad alcuni progetti collettivi come gli eventi tributo ad Allen Ginsberg e William Burroughs e ai concerti dedicati a Tim Buckley, Randy Newman, Leonard Cohen, Charles Mingus e Nino Rota o alla musica della tradizione marinara e piratesca di “Rogue’s Gallery”.
Grande “connettore” dei talenti del momento Hal Willner è riuscito ad amalgare come pochi altri stili, generi e personalità differenti in alcuni album davvero geniali come la raccolta “Stay Awake” del 1985 dove artisti come Natalie Merchant e Michael Stipe dei R.E.M., Sinead O’Connor, Sun Ra, Yma Sumac, Ringo Starr e altri reinterpretavano, in modo sorprendente, le classiche canzoni dei film Disney.
Lunga e proficua è stata l’amicizia e la collaborazione di Hal Willner con Lou Reed di cui ha prodotto diversi album negli ultimi anni di carriera, da “The Raven” il concept album del 2003 ispirato alle poesie e ai racconti di Edgar Allan Poe fino all’ultima raccolta di musica meditativa, ispirata all’arte del Tai chi, dell’ex Velvet, le “Hudson River Wind Meditations”. Willner aveva curato anche il suono della sua controversa collaborazione con i Metallica per il disco “Lulu” del 2011 e, nel 2000, quello dell’album acclamato da molti come l’ultimo vero capolavoro di Reed, “Ecstasy”.