Marcello Cirillo, cantante, conduttore televisivo, attore teatrale e regista teatrale è stato intervistato in esclusiva da Rosario Carraffa, Mario Giglio e Aldo Sessa per TuttoPalermo.net.
Quanto manca il Palermo in Serie A?
“Il fatto che il calcio finisca a Napoli è una situazione veramente molto brutta. Evidentemente non c’è la volontà politica ed economica di far si che la ‘questione meridionale’ sia risolta. Il fatto che il glorioso Palermo non sia in A è veramente fastidioso: a noi del Sud non ci fa sentire a nostro agio. Io ho seguito il Crotone per ‘Quelli che il calcio’ e sono stato in molti stadi, ma il calore la meraviglia, lo stupore che c’era nel pubblico dello stadio di Crotone io non l’ho vista da altre parti se non a Palermo”.
Quali sono i tuoi ultimi lavori?
“Ho un’accademia musicale, la ‘Bottega del Suono’, che sto seguendo in questi giorni più da vicino, vista la follia generalizzata, dove le persone hanno paura di darsi la mano. Forse è giusto così, e per questo lavoriamo in accademia facendo corsi on-line: una bella esperienza, ma manca il contatto umano. Dobbiamo aspettare che questo ‘dolore’ pian piano passi. In accademia lavora tutta la mia famiglia: le mie figlie, mia moglie, mia cognata. C’è un senso di bottega appunto, di lavoro manuale, con l’amore di un tempo”.
I tuoi inizi sono legati al grande Renzo Arbore.
“Assolutamente. Da lui ho imparato che la musica, anche quella più seria, è un gioco e a non prendersi troppo sul serio. Poi devo ricordare che i miei inizi sono legati a Palermo. Sono dei punti importanti della mia carriera quelli legati a questa città e alla Sicilia e l’affetto non è mai mancato”.
Segue ancora da vicino il calcio calabrese?
“Io sono di Reggio Calabria, tifo Reggina. Allora tifare queste squadre significava tifare Calabria. Quando una squadra della mia regione, sono felice. Anche perchè non vivo più la realtà di Reggio o Crotone. Quando mi hanno proposto questa esperienza di seguire queste squadre ne sono stato contento”.
A quale programma sei più affezzionato?
“Ne ho fatti tanti, ma Pechino Express mi è rimasto nel cuore, perchè è un’avventura che ti fa ritrovare te stesso. Senza cellulare, entri in un mood meraviglioso e rifletti su ciò che è veramente importante”.