L’Avv. Carlo Rombolà, docente LUISS, esperto di diritto sportivo e avvocato della famiglia Gunnarson è stato intervistato in esclusiva da Rosario Carraffa, Gabriele Di Tusa e davide Raja per TuttoPalermo.net, durante il programma in radiovisione “Today Sport” su RTA, trattando diverse tematiche.

Parlando di Niklas Gunnarson, dopo essersi lungamente allenato con la squadra con grande professionalità, è stato finalmente ufficilizzato e presentato. Cosa ci puoi dire su questa vicenda?

“Diciamo che è stata una vicenda nata bene. eravamo tutti molto contenti perchè il sogno di Niklas è sempre stato di venire a giocare in Italia. Anche la sistemazione Palermo era più che gradita a lui. Poi si sono susseguite delle vicende come il cambio di società e le dimissioni del presidente. Tutto un ‘patatrack‘ che si è riverberato sul calciatore e sul suo umore. Come se questo non bastasse si è pure infortunato. Quindi in quanto amico e legale della famiglia posso dire che è stato un mese turbolento: stavo tante ore al giorno al telefono con Niklas e con i suoi genitori in Norvegia per provare a venire a capo di questa situazione che, devo dire, non ho mai visto in tanti anni di calcio. E non lo dico solo io, ma anche le altri parti in causa che poi ho avuto modo di conoscere quando ci siamo riuniti con Foschi e Francavilla“.

Il Palermo, in questa fase in mano al duo Foschi-De Angeli, deve essere venduto per avere tutte le garanzie, come detto dal direttore. Una promozione in Serie A potrebbe rendere il tutto più facile?

“Diciamo intanto che Foschi ha messo a segno il suo gol quando ha risolto il problema delle scadenze di febbraio-marzo. Sicuramente la Palermo che ama i colori rosanero non può che essere grato al dottor Foschi. Con lui ho avuto modo di parlare e mi è sembrato molto positivo, riferendosi alla fine di questa stagione. Naturalmente serve come il pane la promozione. Se il Palermo andasse in Serie A, meglio ancora se direttamente e senza passare per i play off, avremmo risolto tutti i nostri problemi: lo dico da ormai simpatizzante dei rosanero. Chiaramente nella delicata ipotesi di un altro anni in B, allora la situazione andrebbe a complicarsi. Però dico due cose: la prima è che il peggio è passato. Il Palermo ha superato momenti davvero complicati ma per fortuna poi ha trovato i soldi. Questo mi fa ben sperare per quello che succederà nel prossimo futuro. La promozione mette tutti quanti al sicuro. Poi se fossi in un imprenditore che ha voglia di investire in una piazza importante e blasonata e mi dicessero che c’è il Palermo che ha bisogno di investitori, io mi fionderei”.

Quali sono le tue sensazioni sulla possibile promozione dei rosanero? Parliamo comunque di un campionato molto livellato.

“Le mie sensazioni sono due, una buona e una un po’ più antipatica: una è che il Palermo ha la rosa migliore della categoria, è un fatto. L’altra è che tuttavia questa rosa non suoni come un’orchestra ma si affidi ai risultati dei singoli. Questo fa si che squadre come il Brescia, meno attrezzate, veleggino in maniera indisturbata nei primi posti della classifica. Detto ciò il campionato è ancora lungo e il Palermo ha tutte le possibilità di ricompattarsi, e magari di andare spedito verso il suo obiettivo. In questo senso credo che l’innesto di calciatori seri, di atleti esperti e di bravi ragazzi come Niklas, ma comunque come tutti quelli che arricchiscono la rosa del Palermo non possono che essere l’arma in più di questa squadra”.

Cosa manca al Palermo per essere ‘un’orchestra’?

“Noi siamo in una posizione privilegiata, perchè possiamo parlare di tutti dalle nostre scrivanie. Non ci vuole niente a dire ‘andiamo, tutti in campo per la Serie A’. Giocare in una piazza così importante, che vede la promozione come un dovere, non è semplice di suo. Dopo di che tenete presente che i ragazzi hanno subito una mazzata che avrebbe steso toro, questa delle vicissitudini societarie. Sono state cose che non hanno sfaldato il gruppo, ma gli hanno dato un motivo di preoccupazione, d’instabilità. Credo che come tutti gli essere umani hanno bisogno dei loro tempi per assorbire queste influenze negative. Loro sono tutti forti, hanno bisogno solo di trovare quella chimica e serenità che deve essere trovata in campo. In questo senso ci sono stati ottimi risultati, come il pareggio di Cosenza. Comunque un campo difficile, non tutti vanno a spadroneggiare in Calabria”.

L’assenza dei due centrali Bellusci e Rajkovic potrebbe essere un’occasione per vedere Gunnarson all’opera, anche a partita in corso, nel suo ruolo principale?

“Per ora mi trovo a Milano per suguire l’incontro di calcio femminile tra Inter e Milan. Personalmente spero di venire a Palermo per vedere la partita col Padova subito dopo Pasqua. Per quella data mi auguro che Niklas abbia già fatto le sue prime esperienze in campo, e perchè no, vederlo in campo in quell’occasione. Nessuno naturalmente vuole gufare i compagni di squadra, ci aspettiamo che tutti i ragazzi del Palermo siano in ottima salute e che possano giocare tutte le partine. Però il mister sa che Niklas c’è sempre ed è pronto a dare il suo contributo. E poi, non voglio fare promesse, però Niklas ha anche il vizietto del gol (ride, n.d.r). In Scozia segnò un gol in una finale con il suo Hibernian, segno che non si fa intimorire da nessuno”.

Come si sta ambientando Gunnarson in Sicilia? Che indicazione da Stellone in merito al ruolo?

“Vi posso dire che non sento il ragazzo da qualche giorno e se non chiama vuol dire che sta bene (ride, n.d.r.). A occhi e core si sta ambientando bene. Per quanto riguarda Stellone, posso dirvi che correttamente ha detto che il giocatore non era pronto quando effettivamente non lo era, aveva bisogno di allenamenti e di ambientarsi. Noi ci fidiamo di Stellone, un allenatore con grande esperienza, il ragazzo rispetta il mister e sono sicuro anche del contrario”.