Quel che resta è solo polvere. Un titolo che offre al lettore già alcuni spunti di riflessione sul tema del romanzo. Sullo sfondo di un’Italia divisa tra un nord e un sud in guerra, si muovono i protagonisti di una storia controversa. Nel libro, infatti, non si parla della lotta tra buoni e cattivi ma della lotta tra il bene e il male in ciascuno dei protagonisti dell’una e dall’altra parte. La lettura del romanzo che scorre veloce e trova nei dialoghi serrati il suo punto di forza impone al lettore una dura riflessione sulle conseguenze della guerra civile e sul senso di sconfitta che pervade ogni personaggio.
La guerra tra padani e italiani diventa, dunque, la scenografia ideale per fare emergere le divisioni interne di ogni personaggio del romanzo, con le proprie debolezze e le proprie fragilità.
Quel che resta è solo polvere è un romanzo politicamente scorretto e violento, senza filtri e mediazioni, da leggere tutto d’un fiato, poiché simile in alcuni momenti ad un film.
Notevole e complessa è la figura del protagonista, giovane ufficiale riservista che da Corleone, in Sicilia, grazie ai buoni uffici dello zio, potente onorevole siciliano, ottiene la cartolina per il fronte  desideroso di porre fine a tutte le sue frustrazioni con la convinzione di partecipare alla grande epopea storica nazionale. Per il giovane Roberto Corsini questa valutazione approssimativa avrà conseguenze devastanti che non vogliamo svelare per non togliere al lettore la suspence che tiene in piedi l’intero impianto narrativo dell’opera.
Quel che resta è solo polvere è edito da Booksprint edizioni.