(di Roberto Greco)

Mentre la Regina Elisabetta II accetta, volente o nolente, la scelta del principe di Sussex, anche i “reali” italiani riempiono le prime pagine dei giornali. “Reali” italiani? Ma come, non eravamo una repubblica? Se non ricordo male, la nascita della Repubblica Italiana avvenne a seguito dei risultati del referendum istituzionale del 2 e 3 giugno 1946, referendum che fu indetto per determinare la forma di stato da dare all’Italia dopo la seconda guerra mondiale. In quell’occasione “salutammo” la famiglia Savoia ma, forse, non le loro ambizioni e aspettative, visto che dal 1946 ad oggi hanno mantenuto ed esaltato il loro titoli decaduti e anacronistici. Dopo che Harry e Meghanhanno deciso di trasferirsi in Canada abbandonando Buckingham Palace, dove le autorità e il Governo cominciano a preoccuparsi della loro ingombrante presenza che costerà almeno 800.000 euro ogni anno solo per la tutela della loro sicurezza e sulla cui presenza,nella repubblica canadese,sembrano alzarsi molte diffidenze, il casato dei Savoia annuncia l’erede a un trono che non esiste, quello d’Italia.Non solo è annunciato l’erede a un trono che non c’è, ma viene fatto attraverso la decisione epocale di designare come capo del casato, e quindi potenziale erede al trono, Vittoria, 16 anni, la primogenita tra delle figlie del principe. “Addio LexSalica. Oggi sarà comunicato per scritto alle sorelle dopo una telefonata in serata, alla Consulta dei senatori del regno e agli Ordini dinastici, un cambio delle regole di successione che era tempo di aggiornare“ queste le parole di Vittorio Emanuele di Savoia e del figlio Emanuele Filiberto che hanno anticipato al Corriere la reale decisione. Per la prima volta, in mille anni di storia del casatosi concede a una donna la possibilità di diventare erede al trono: “In realtà Clotilde ed io potremmo ancora avere un maschio — ha spiegato sempre al CorriereEmanuele Filiberto dal cui matrimonio non sono nati figli maschi —Ma di certo era anacronistico, in una società che vuole riconoscere la parità di genere, pensare che la Casa Savoia discriminasse le donne“.La legge salica, Lex Salica, chiamata anche “PactuslegisSalicae” è un codice fatto redigere da Clodoveo I re dei Franchi attorno al 503 e relativa alla popolazione dei Franchi Salii, così chiamati perché abitavano la regione prossima alla riva del fiume Sala, noto come IJssel, oggi nel territorio dei Paesi Bassi.Attualmente la Lex Salica è nota soprattutto per le conseguenze che ha avuto in alcune dispute sulla discendenza delle varie famiglie reali.

Mai dire mai — dice il principe riguardo alla possibilità di vedere un giorno Vittoria con la corona che le adorna il capo — ma intanto si tratta di guidare verso il futuro un casato con mille anni di storia, gli ordini dinastici, le charities. Poi ci sono i rapporti con gli altri casati: mio padre comunicherà la svolta a case reali regnanti, e non. Il rapporto è stretto con re Felipe di Spagna, l’erede Leonor e Sofia sono quasi coetanee di Vittoria e Luisa, e poi con Belgio, Svezia, Norvegia, Alberto di Monaco e i Windsor” Emanuele Filiberto lancia anche una frecciata nei confronti di Harry e Meghan “Triste vedere ora qualcuno che vuole allontanarsi dalla famiglia Windsor: reale o no, una famiglia”.La sua prima uscita ufficiale, nel nuovo ruolo, sarà il prossimo 14 marzo ad Altacomba, l’abbazia reale già monastero cistercense, successivamente benedettino ed infine affidata alla Comunità CheminNeuf, vicino a Aix-les-Bains nella Savoia francese.

Vittoria Cristina Chiara Adelaide Maria, questo il suo nome completo,è stata battezzata nella basilica di Assisi il 30 maggio 2004, sia per dimostrare l’amore dei Savoia per l’Italia sia perché Vittoria ha come secondo nome anche quello di Chiara, il nome della Santa che proprio ad Assisi è celebrata. Cresciuta tra Ginevra, Montecarlo, Francia e Italia, studia a Parigi ed è la primogenita di Emanuele Filiberto e Clotilde Courau sposati a Roma nella Basilica di Santa Maria degli Angeli nel settembre del 2003, con il principe Alberto II di Monaco testimone di nozze della coppia.

«Come tratto di speciale benevolenza confermiamo alla nostra diletta nipote Vittoria Cristina Chiara Adelaide Maria il trattamento di Altezza Reale, la qualità di Principessa Reale e le conferiamo il titolo di principessa di Carignano seguito dal titolo di marchesa d’Ivrea», ha disposto Vittorio Emanuele. Vittoria è stata anche nominata Dama di Gran Croce, decorata del Gran Cordone dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Per la cronaca, la sorella minore, Luisa Giovanna Bianca Agata Gavina Maria, è principessa di Chieri e contessa di Salemi. “E’ morto il Re, viva il Re” ma in questo caso si tratta di una regina.Nell’attesa che l’Italia torni a essere una monarchia, magari costituzionale per non esagerare, il casato dei Savoia si prepara alle sfide di questo nuovo millennio.