COMUNICATO
Sicilia Futura – Palermo: “Partiti e Movimenti politici: Palcoscenico per Solisti o Teatro per un’Orchestra?”
A porsi la domanda è un gruppo di sostenitori del movimento politico Sicilia Futura, che si sono battuti fin dal primo momento della discussione che ha portato alla scelta del Candidato Sindaco Orlando, alla costruzione della Lista Uniti per Palermo ed ha continuato a sostenere il movimento e le sue scelte politico strategiche in occasione delle scorse competizioni regionali e nazionali.
Parliamo, di una serie di amici e sostenitori di Salvo Lo Giudice già Vice Segretario Regionale di Sicilia Futura.
Solo per citarne alcuni:
Tiziana D’Alessandro, Socio Fondatore di Sicilia Futura, componente della Consulta Femminile, candidata nella lista Uniti per Palermo alle elezioni per il rinnovo del Consiglio Comunale del 2017 raccogliendo oltre 800 preferenze e neo componente del Direttivo Regionale di Sicilia Futura;
Salvo Mazzola candidato nella stessa lista dove ha raccolto oltre 600 preferenze e componente del Direttivo Cittadino del Movimento a Palermo;
Enzo Cavaliere anche lui candidato nella lista Uniti per Palermo con quasi 550 preferenze e componente del Direttivo Cittadino del Movimento a Palermo;
Antonella Scardino Candidata nella lista Uniti per Palermo con quasi 500 voti;
Giusy Cavaliere che con 490 preferenze è consigliere della V° circoscrizione del comune di Palermo;
Mario Magnasco, detto Capello, componente del direttivo Provinciale di Palermo;
Flavio Pillitteri portavoce Cittadino del Movimento a Monreale e componente del direttivo Provinciale palermitano.
Alla discussione che ha portato all’elaborazione del presente documento hanno, comunque, partecipato tanti altri amici, che insieme a Salvo Lo giudice hanno condiviso passione politica e passione per il movimento.
Stiamo parlando di dissenso, di dissenso rispetto alle strategie fin qui tenute dal movimento, o se vogliamo da una parte di esso che più che fare sintesi di più anime presenti all’interno del movimento Sicilia Futura, ha tentato e tenta in tutti i modi di egemonizzare ogni singola postazione assurgendo al ruolo di unico portavoce di una sola parte del movimento che rappresenta.
Non ci riconosciamo assolutamente in questo modo di fare politica nella nostra città.
Prima di pensare alle partecipate Sicilia Futura, o sarebbe meglio dire, chi parla per Sicilia Futura, dovrebbe pensare alla partecipazione.
Ci fa piacere che il partito, nell’assemblea di Messina, abbia accolto l’invito a riconsiderare alcune strategie, così come si era chiesto già all’indomani delle elezioni. Meglio tardi che mai. Nulla, invece, è stato fatto in termini di dibattito interno, e parliamo di ciò che accade a Palermo, dove le scelte sono riconducibili solo alla volontà di qualcuno.
Vorremmo ricordare che certe scelte unilaterali hanno, fino a questo momento, prodotto un no deciso alla nomina di Macchiarella e adesso stanno creando frizioni dentro la maggioranza sulla nomina di Cimino.
Sarebbe scellerato se qualcuno pensasse di attribuire solo ai suoi sforzi i successi di Sicilia Futura.
Il dato di Palermo è un dato collettivo che suggerirebbe maggiore collegialità nelle scelte.
La lista Uniti per Palermo, che ha raccolto quasi l’8 % dei consensi in città, e che ha contribuito in maniera determinante al successo del Sindaco Orlando è nata ed è stata fatta con l’estenuante sforzo di tanti, l’on. Tamajo, l’on. Lo Giudice, Il presidente onorario del Movimento Totò Cardinale, la segreteria cittadina e tutti gli amici di Sicilia Futura. Sarebbe un terribile errore pensare che interlocutore per tutti possa essere solo ed esclusivamente uno ed uno solo, quando soprattutto, alla interlocuzione con la governance della città no segue una sintesi con il resto del movimento.
Ribadiamo ancora una volta che non ci ritroviamo in questo modo di fare politica, e chiediamo a gran voce che il nuovo segretario regionale, Beppe Picciolo, possa dare un impulso nuovo di partecipazione democratica a questo movimento, a cominciare dal caso Palermo, che se non dovesse trovare la possibilità di rideterminare insieme gli equilibri ci troverebbe costretti a rivedere le nostre posizioni a cominciare dalla permanenza nel movimento stesso.
Ciò che si è detto per Palermo, ovviamente vale ovunque, in Sicilia, aldilà del correntismo che per un piccolo partito come il nostro, ma anche per i grandi partiti è l’anticamera della disgregazione.
I Partiti ed i movimenti nascono e si sviluppano mediante la capacità di aggregazione e di mettere insieme, come si fa nelle orchestre, i personalismi lasciamoli ai solisti.
Palermo 18/07/2018
Tiziana D’Alessandro
Salvo Mazzola
Enzo Cavaliere
Antonella Scardino
Giusy Cavaliere
Mario Magnasco
Flavio Pillitteri