L’anticipo del big match Palermo-Venezia apre la 30ª giornata del campionato di Serie B. Al Barbera la squadra di Corini dovrà assolutamente dare continuità al successo esterno sul Lecco per coltivare ancora una tenue speranza per una promozione diretta. A nove giornate dalla fine del campionato la scalata verso il secondo posto sembra sempre più improbabile. Una vittoria sui Lagunari, che attualmente occupano il terzo, permetterebbe ai Rosa di accorciare il distacco dal Venezia portandosi ad un punto da una diretta concorrente alla promozione.
Ancora assente Lucioni e fuori Ranocchia, per una lesione al bicipite femorale della coscia destra, e Roberto Insigne, a causa di un sovraccarico muscolare all’adduttore sinistro, il tecnico Eugenio Corini ridisegna l’11 titolare. Modulo 4-3-3 per Corini con in campo Pigliacelli tra i pali; Diakitè – Neldecerau – Ceccaroni – Lund in difesa; Henderson – Gomes – Segre a centrocampo; Di Mariano – Brunori e Di Francesco tridente d’attacco.
La prima parata della gara è di Pigliacelli che al quarto minuto manda in calcio d’angolo il tiro di destro di Altare. Risponde il Palermo con Gomes che dopo avere recuperato il pallone crossa al centro per Brunori, colpo di testa del capitano, ma la palla termina fuori. Al 8’ episodio molto dubbio in area di rigore veneziana. Lund viene spinto da Candela, ma per l’arbitro è tutto regolare. Partita vivace e combattuta, il Palermo spinge molto in avanti, ma non riesce a concretizzare le occasioni per passare in vantaggio.
Al 18’ vantaggio del Venezia, cross in area di Candela per Pohjanpalo tutto solo davanti a Pigliacelli che con estrema facilità mette il pallone alle spalle di Pigliacelli.
Prova a reagire il Palermo che dopo la fiammata iniziale deve riorganizzare le idee, molto debole la catena di sinistra con Lund e Di Francesco, tutte le azioni pericolose del Venezia passano da qui. La squadra rosanero fatica a trovare spunti interessanti in avanti, la manovra offensiva è confusa e inefficace, ne approfitta il Venezia per ripartire velocemente in contropiede.
Al 29’ raddoppio del Venezia con Pohjanpalo che dopo un rinvio di Pigliacelli riceve palla da Pierini, supera senza nessun problema sia Nedelcearu che Ceccaroni e batte per la seconda volta Pigliacelli.
Difesa rosanero totalmente in bambola ed in balia del Venezia, attacco confuso e senza idee. La strada del Palermo è tutta in salita con i lagunari padroni del campo. Venezia vicino al terzo gol al 42’ed al 44’ su ripartenze veloci dei giocatori di Vanoli che tagliano come il burro il centrocampo rosanero. Uno il minuto di recupero concesso dall’arbitro, il primo tempo si chiude con il Venezia meritatamente in vantaggio per 2 a 0.
Ad inizio di ripresa Corini manda in campo Graves, Aurelio e Vasic al posto di Neldecerau – Lund – Di Mariano.
Il Palermo cerca di riaprire la partita, ma la lotta sembra impari. Poche idee peraltro confuse, ai giocatori rosanero non manca l’impegno, ad essere latitante è il gioco. Il Venezia controlla con estrema facilità la gara, le ripartenze veloci e pericolose dei lagunari lasciano poco spazio alla speranza del Palermo di trovare un lampo che possa riaprire la gara. Al 62’ Henderson lascia il posto a Traoré.
Il Palermo scompare definitivamente al campo. Elettroencefalogramma, nessuna ipotesi di ribaltamento per una gara che ha preso una direzione ben definita. Al 74’ gol del Venezia annullato per fuorigioco. AL 77’ Soleri prende il posto di Segre. Appalusi all’80’ per l’ex rosanero Mato Jajalo che sostituisce Busio. La gara è bene incanalata per il Venezia che non corre nessun pericolo e gestisce al meglio il doppio vantaggio. Al 83’ Pigliacelli evita per un soffio la terza rete, bloccando sulla linea il tiro di Pohjanpalo che poco prima gli era sfuggito dalle mani.
Cinque i minuti di recupero.
Al 92′ terzo gol del Venezia con Gytkjaer che con un destro micidiale batte Pigliacelli e mette definitivamente la parola fine al sogno rosanero. La partita finisce tra i fischi assordanti del Barbera e gli insulti a Corini.
Fa male assistere ad una involuzione sempre più crescente del Palermo, fanno quasi tenerezza molti giocatori rosanero arrivati con le migliori premesse che gara dopo gara perdono sicurezza, grinta e personalità. Una nebbia che avvolge tutto l’organico rosanero a partire da chi è arrivato in estate per rinforzare la rosa, fino a quelli arrivati nella sessione invernale del mercato per cercare di fare un salto di qualità.
Dopo qualche partita giocati ad alti livelli, i calciatori si appiattiscono in una mediocrità sconcertante, come se un Re Mida beffardo invece di trasformare il ferro in oro, trasforma giocatori di maggiore talento in giocatori balbettanti, incapaci di fare due passaggi di fila, incapaci di contenere le incursioni in area degli avversari, incapaci di trovare lucidità sotto porta. Questo rush finale che doveva riaccendere la speranza di poter competere per la promozione diretta ci consegna una squadra che allo stato attuale non è nemmeno in grado di superare il primo turno dei playoff.
Dopo questa sconfitta arriva la pausa del campionato, poi il Palermo andrà a Pisa. Mancano ancora otto giornate alla fine della seconda stagione che ha visto in panchina Eugenio Corini. Due anni di non gioco, di un percorso mai trovato, di alti e bassi che hanno pesantemente compresso quel salto di qualità che non è mai arrivato. La speranza è che in queste ultime giornate possa essere risparmiato al popolo rosanero un’agonia lenta e dolorosa. Si spera che Corini o la Società prendano atto che il progetto è fallito e per rispetto di una tifoseria corretta ed appassionata che non ha mai fatto mancare affetto e sostegno alla squadra prendano le dovute e opportune decisioni.
Oltre 27.000 tifosi presenti al Barbera per Palermo-Venezia, certamente avrebbero meritato uno spettacolo più dignitoso, perché, come diceva Oriana Fallaci, niente ferisce, avvelena, ammala, quanto la delusione. Perché la delusione è un dolore che deriva sempre da una speranza svanita, una sconfitta che nasce sempre da una fiducia tradita cioè dal voltafaccia di qualcuno o qualcosa in cui credevamo. E a subirla ci si senti ingannati, beffati ed umiliati.
Tabellino:
PALERMO (4-3-3): 22 Pigliacelli; 23 Diakité, 18 Nedelcearu, 32 Ceccaroni, 3 Lund; 4 Gomes, 8 Segre; 10 Di Mariano, 53 Henderson, 17 Di Francesco; 9 Brunori (Cap.).
A disposizione: 1 Desplanches, 13 Kanuric, 2 Graves, 6 Stulac, 7 Mancuso, 15 Marconi, 20 Vasic, 25 Buttaro, 27 Soleri, 31 Aurelio, 70 Traorè, 80 Coulibaly.
Allenatore: Eugenio Corini.
VENEZIA (3-5-2): 1 Joronen; 15 Altare, 4 Idzes, 33 Sverko; 27 Candela, 6 Busio, 8 Tessmann, 77 Ellertsson, 7 Zampano; 10 Pierini, 20 Pohjanpalo (Cap.).
A disposizione: 12 Bertinato, 23 Grandi, 9 Gytkjaer, 13 Modolo, 18 Jajalo, 19 Bjarkason, 21 Cheryshev, 24 Lella, 30 Svoboda, 31 Ullmann, 38 Andersen, 99 Olivieri.
Allenatore: Paolo Vanoli.
Arbitro: Doveri (Roma 1)
AA1: Vivenzi (Brescia)
AA2: M. Rossi (Biella)
IV UFFICIALE: Zanotti (Rimini)
VAR: Nasca (Bari)
AVAR: Pezzuto (Lecce)
Ammoniti: 63’ Ceccaroni
Marcatori: 18’ e 29’ Pohjanpalo – 92′ Gytkjaer
Spettatori: Emessi 27.058 – Abbonamenti 12.603 – Biglietti – 14.455