di Roberto Dall’Acqua

Non ho provato mai sensazioni così raffinate nel mangiare. Un gusto originale, emozionante che arriva al palato lentamente e sofficemente.

Merito di Guido Paternollo, giovane chef executive del ristorante Pellico 3 situato all’interno dell’albergo Park Hyatt di Milano.

Soffuso e magico arriva il cibo – che riempie e lascia leggeri nello stesso tempo – nel nostro corpo pervadendolo di sensazioni appaganti e rarefatte.

Lo chef Paternollo e la sua brigata
  • Perché Guido Paternollo è diventato chef?

All’età di 17 anni a causa di uno stop forzato sono stato a casa per 3 mesi. Ho iniziato a leggere le riviste di cucina di mia madre e a guardare il canale del Gambero Rosso, divertendomi a riprodurre le ricette per famiglia ed amici.
Da lì è nata la passione della cucina.
Dopo la laurea in ingegneria mi sono domandato se fosse davvero il percorso giusto.
Dopo varie riflessioni e con l’appoggio dei miei genitori ho deciso di prendermi 6 mesi per provare a lavorare in cucina. Un conto è un hobby un conto è il vero lavoro. Ho avuto l fortuna di essere preso da Enrico Bartolini al Mudec. È li che ho capito che era quello che stavo cercando.

  • Cosa significa mangiare bene?

A questa domanda faccio fatica a dare una risposta. Credo sia molto soggettivo. Sicuramente mangiare bene ha varie accettazioni: la salute, il gusto….
Io credo che mangiare bene significhi mangiare qualcosa che non dimentichi e che mangeresti ancora infinite volte

  • La tua cucina arriva, soffusamente, al cuore delle persone. È un gustare delicato. Per te cucini come quando lavori?

In realtà per me non cucino quasi mai. 🙂 Adoro cucinare per gli altri. (sperando ovviamente che le cose che cucino siano buone). Probabilmente una delle cose che mi ha fatto scegliere questo mestiere è proprio poter rendere felice una persona attraverso il cibo.