Il cuore oltre l’ostacolo e poco più di 180 per continuare a sognare, ma il Palermo che oggi affronta l’Avellino non è la squadra che gli Irpini hanno battuto per due volte in campionato. Arrivati a questo punto, la squadra rosanero punta decisamente all’obiettivo, per farlo dovrà prima superare i “lupi” allenati da Braglia che ritrovano il campo dopo tre settimane di sosta.
Il tecnico rosanero Filippi si affida al 3-4-2-1 con Marong – Lancini – Marconi in difesa; Doda – Broh – De Rose – Valente a centrocampo; Kanoute e Santana dietro la punta Saraniti. Primo brivido biancoverde con il calcio d’angolo conquistato dall’Avellino, dalla bandierina Fabio Tito, Maniero prova a calciare ma non trova la porta.
Possesso palla da parte dell’Avellino, più pungente in attacco, mentre il Palermo gioca di contropiede. La gara è molto combattuta, c’è parecchio nervosismo in campo, il gioco viene continuamente spezzettato. Il clima in campo è molto teso, al 22′ si accende una mischia in campo, l’arbitro ammonisce De Rose e Ciancio dopo un accenno di rissa.
Alle 17:57 in punto il gioco si ferma per ricordare, nel silenzio surreale del Barbera, le vittime della strage di Capaci del 29 maggio 1992: il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo ed Antonio Montinaro.
Al 32′ il Palermo è preso di sorpresa dall’ Avellino che sugli sviluppi di un calcio di punizione sfiora il gol del vantaggio. La squadra rosanero soffre la pressione degli Irpini, che ha chiuso tutte le linee di passaggio facendo densità a centrocampo. Al 44′ occasionissima per De Rose su assist di Kanoutè, che era ripatito in contropiede. Il tiro del centrocampista rosanero viene parato miracolosamente da Forte che manda la palla in calcio d’angolo.
L’arbitro concede 1 minuto di recupero durante il quale si riaccendono nuovamente gli animi dopo che Marconi subisce fallo da Fella e Maniero che lo chiudono a sandwich. Fella e Maniero restano a terra, tutta la panchina dell’Avellino prova ad entrare in campo, altra mischia furibonda, ma l’arbitro fischia e manda le due squadre negli spogliatoi.
Ad inizio di ripresa, Filippi manda in campo Accardi al posto di Marong, tatticamente non cambia nulla. Al 50′ bel spunto di Valente che ruba palla, supera alcuni avversari e punta la porta di Forte che non si fa sorprendere e respinge il pallone. Rispetto al primo tempo, l’Avellino ha allentato il pressing, ma è sempre molto pungente e pericoloso nelle ripartenze.
Al 59′ doppio cambio per il Palermo, escono Santana e Saraniti, entrano Silipo e Floriano. Kanoute si sposta in avanti in posizione di “falso nueve”. La squadra rosanero prova a spingersi in avanti, ma gli Irpini riescono a mettere sempre in difficoltà i portatori di palla, vanificando gli sforzi in avanti dei giocatori del Palermo.
La manovra rosanero è imprecisa, diversi errori in fase di appoggio favoriscono le ripartenze dell’Avellino che controlla facilmente la gara e rialza la pressione in avanti. Al 72′ altro cambio per il Palermo, entra Peretti ed esce Doda. Centrocampo rosanero in sofferenza, con Broh sotto tono che non riesce a contenere le incursioni in avanti degli avversari.
I ritmi del gioco si abbassano, ma il Palermo non riesce ad essere concreto in avanti ed a scavalcare il centrocampo avversario, i giocatori irpini sono ben messi in campo e non lasciano spazi ai Rosanero. Al 85′ rigore per il Palermo per atterramento in area di Broh. Dagli undici metri Floriano, che non sbaglia e mette il pallone alle spalle di Forte. Sesto gol in stagione per l’attaccante rosanero.
L’ Avellino si butta in avanti e conquista all’88’ una punizione da circa 20 metri per un fallo di Lancini. La conclusione di De Francesco termina alta sulla traversa. Finisce il tempo regolamentare, l’arbitro concede 4 minuti di recupero. Gli Irpini ancora in avanti alla ricerca del pari ed al 91′ sugli sviluppi di un calcio d’angolo Ciancio colpisce in pieno il palo.
La tensione al Barbera è altissima, l Avellino gioca in avanti e chiude il Palermo nella sua area. La squadra rosanero resiste, riesce a ripartire in contropiede ed a chiudere la gara conquistando una preziosa vittoria. Ma dopo il fischio finale dell’arbitro in campo scoppia la rissa con i giocatori dell’Avellino che cercano il contatto fisico. Il direttore di gara estrae il cartellino ed espelle Baraye.
E’ stata una gara, difficile, sofferta, contro un avversario in forma, grazie alle tre settimane di riposo, che non ha lesinato falli cattivi in campo. Il Palermo, privo di Luperini, ha saputo stringere i denti, tenere botta e giocare con incredibile intelligenza una partita sbloccata dal calcio di rigore conquistato da Broh e realizzato da
Il cuore oltre l’ostacolo e poco più di 180 per continuare a sognare, ma il Palermo che oggi affronta l’Avellino non è la squadra che gli Irpini hanno battuto per due volte in campionato. Arrivati a questo punto, la squadra rosanero punta decisamente all’obiettivo, per farlo dovrà prima superare i “lupi” allenati da Braglia che ritrovano il campo dopo tre settimane di sosta.
Il tecnico rosanero Filippi si affida al 3-4-2-1 con Marong – Lancini – Marconi in difesa; Doda – Broh – De Rose – Valente a centrocampo; Kanoute e Santana dietro la punta Saraniti. Primo brivido biancoverde con il calcio d’angolo conquistato dall’Avellino, dalla bandierina Fabio Tito, Maniero prova a calciare ma non trova la porta.
Possesso palla da parte dell’Avellino, più pungente in attacco, mentre il Palermo gioca di contropiede. La gara è molto combattuta, c’è parecchio nervosismo in campo, il gioco viene continuamente spezzettato. Il clima in campo è molto teso, al 22′ si accende una mischia in campo, l’arbitro ammonisce De Rose e Ciancio dopo un accenno di rissa.
Alle 17:57 in punto il gioco si ferma per ricordare, nel silenzio surreale del Barbera, le vittime della strage di Capaci del 29 maggio 1992: il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo ed Antonio Montinaro.
Al 32′ il Palermo è preso di sorpresa dall’ Avellino che sugli sviluppi di un calcio di punizione sfiora il gol del vantaggio. La squadra rosanero soffre la pressione degli Irpini, che ha chiuso tutte le linee di passaggio facendo densità a centrocampo. Al 44′ occasionissima per De Rose su assist di Kanoutè, che era ripatito in contropiede. Il tiro del centrocampista rosanero viene parato miracolosamente da Forte che manda la palla in calcio d’angolo.
L’arbitro concede 1 minuto di recupero durante il quale si riaccendono nuovamente gli animi dopo che Marconi subisce fallo da Fella e Maniero che lo chiudono a sandwich. Fella e Maniero restano a terra, tutta la panchina dell’Avellino prova ad entrare in campo, altra mischia furibonda, ma l’arbitro fischia e manda le due squadre negli spogliatoi.
Ad inizio di ripresa, Filippi manda in campo Accardi al posto di Marong, tatticamente non cambia nulla. Al 50′ bel spunto di Valente che ruba palla, supera alcuni avversari e punta la porta di Forte che non si fa sorprendere e respinge il pallone. Rispetto al primo tempo, l’Avellino ha allentato il pressing, ma è sempre molto pungente e pericoloso nelle ripartenze.
Al 59′ doppio cambio per il Palermo, escono Santana e Saraniti, entrano Silipo e Floriano. Kanoute si sposta in avanti in posizione di “falso nueve”. La squadra rosanero prova a spingersi in avanti, ma gli Irpini riescono a mettere sempre in difficoltà i portatori di palla, vanificando gli sforzi in avanti dei giocatori del Palermo.
La manovra rosanero è imprecisa, diversi errori in fase di appoggio favoriscono le ripartenze dell’Avellino che controlla facilmente la gara e rialza la pressione in avanti. Al 72′ altro cambio per il Palermo, entra Peretti ed esce Doda. Centrocampo rosanero in sofferenza, con Broh sotto tono che non riesce a contenere le incursioni in avanti degli avversari.
I ritmi del gioco si abbassano, ma il Palermo non riesce ad essere concreto in avanti ed a scavalcare il centrocampo avversario, i giocatori irpini sono ben messi in campo e non lasciano spazi ai Rosanero. Al 85′ rigore per il Palermo per atterramento in area di Broh. Dagli undici metri Floriano, che non sbaglia e mette il pallone alle spalle di Forte. Sesto gol in stagione per l’attaccante rosanero.
L’ Avellino si butta in avanti e conquista all’88’ una punizione da circa 20 metri per un fallo di Lancini. La conclusione di De Francesco termina alta sulla traversa. Finisce il tempo regolamentare, l’arbitro concede 4 minuti di recupero. Gli Irpini ancora in avanti alla ricerca del pari ed al 91′ sugli sviluppi di un calcio d’angolo Ciancio colpisce in pieno il palo.
La tensione al Barbera è altissima, l Avellino gioca in avanti e chiude il Palermo nella sua area. La squadra rosanero resiste, riesce a ripartire in contropiede ed a chiudere la gara conquistando una preziosa vittoria. Ma dopo il fischio finale dell’arbitro in campo scoppia la rissa con i giocatori dell’Avellino che cercano il contatto fisico. Il direttore di gara estrae il cartellino ed espelle Baraye.
E’ stata una gara, difficile, sofferta, contro un avversario in forma, grazie alle tre settimane di riposo, che non ha lesinato falli cattivi in campo. Il Palermo, privo di Luperini, ha saputo stringere i denti, tenere botta e giocare con incredibile intelligenza una partita sbloccata dal calcio di rigore conquistato da Broh e realizzato da Floriano. E’ solo il primo round, mercoledì i ragazzi di Filippi scenderanno in campo al Partenio. Il Palermo sa già che incontrerà una squadra ostica ed avvelenata, ma tutto ancora può succedere.
Floriano. E’ solo il primo round, mercoledì i ragazzi di Filippi scenderanno in campo al Partenio. Il Palermo sa già che incontrerà una squadra ostica ed avvelenata, ma tutto ancora può succedere.