(di Giuseppe Messina)
Non c’è dubbio che la pesante crisi sanitaria, economica e sociale prodotta dal contagio da coronavirus sta producendo nel nostro Paese un’altra emergenza altrettanto pericolosa per il futuro dei cittadini, del sistema economico e per le libertà democratiche. L’ emergenza è quella prodotta dalle mafie che, a vari livelli e nelle loro diverse specificità e interessi, stanno lavorando ovunque nel tentativo di utilizzare anche questa emergenza per aumentare il proprio potere, economico e politico, a danno di tutti.
Preoccupazioni al centro di un documento già pubblicato lo scorso 30 marzo, frutto della riflessione delle associazioni antiracket e antiusura aderenti a SOS IMPRESA – Rete per la Legalità. Un allarme che è stato oggetto di prese di posizioni delle più alte cariche dello Stato: dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Papa Francesco, del ministro dell’Interno Lamorgese, dal capo della Polizia al procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho; oltre che da un ampio numero di magistrati. Anche la Banca d’Italia ha richiamato il mondo bancario a comportamenti virtuosi e responsabili nei confronti delle imprese e delle famiglie in linea con le indicazioni del Governo e dell’interesse generale del Paese prima di tutto. Papa Francesco, dall’alto del suo magistero, poi, ha richiamato i rischi inerenti alla diffusione di povertà e dell’usura.
Riflessioni che hanno portato alla costituzione di un Osservatorio nazionale antiracket e antiusura con lo scopo di promuovere e sostenere la raccolta di segnalazioni e informazioni utili sulle attività mafiose in corso in tutto il Paese e segnalarle alle autorità competenti attraverso canali discreti e riservati. Un contributo fattivo, a partire delle specificità di questo intervento, per contrastare il racket e l’usura.
«L’obiettivo è di contribuire a delineare mappe territoriali delle criticità criminali – scrive Sos Impresa Rete per la Legalità – ma anche di monitorare i comparti economici più a rischio, mettere a disposizione delle forze dell’ordine e della magistratura testimonianze sul modus operandi della criminalità organizzata sui territori, offrire conoscenze esaustive sul welfare criminale utilizzando a pieno la rete nazionale delle nostre associazioni, gli imprenditori in prima fila e quelli che assistiamo, i commercianti, gli artigiani che vivono e lavorano sulla strada, nei quartieri, nelle città. Riteniamo che la presenza forte e diffusa delle organizzazioni mafiose in questo momento nel nostro Paese sia ancora più pericolosa e potenzialmente lesiva anche della stessa tenuta democratica nazionale. Rileviamo elementi di un’attività di fomentazione e organizzazione del disagio sociale popolare in aree e settori fortemente a rischio, soprattutto nelle periferie dei grandi centri urbani. Soffiano sulla tensione sociale in attesa di utilizzarla insieme a frange di estremismo populista e della destra estrema eversiva».
Indispensabile e dovere di tutti aiutare le imprese sane e le famiglie italiane a non finire inesorabilmente nella rete della criminalità, che è già pronta a investire.
«L’enorme disponibilità finanziarie e la velocità decisionale di cui dispongono le consorterie mafiose in tutta Italia – si legge ancora nel documento di Sos Impresa Rete per la Legalità – rischiano di arrivare prima dello Stato e rendere, oltre che tardivo e inutile, addirittura dannoso un successivo intervento pubblico a sostegno di queste imprese che nel frattempo rischiano di essere diventate imprese a capitale mafioso o pesantemente infiltrate dalle organizzazioni criminali. Per queste ragioni pensiamo che anche il mondo delle banche non possa sottrarsi al suo ruolo di protagonista in questa battaglia per contrastare il rischio mafioso. È successo troppo spesso, in passato, che i comportamenti e le scelte che alcune, anche importanti, componenti del sistema bancario, hanno eluso provvedimenti importanti a favore dei denuncianti e delle vittime dell’estorsione e dell’usura – pensiamo all’Accordo Quadro del 2007 – assumendo atteggiamenti compiacenti a favore dei poteri forti e di interessi grigi piuttosto che fare gli interessi dei propri risparmiatori e del Paese. Non possiamo non rilevare come talune rigidità del sistema bancario e alcuni comportamenti troppo discrezionali favoriscano il dilagare del fenomeno usuraio in tutta Italia».
Anche su questo fronte l’intenzione è di raccogliere segnalazioni e denunce di eventuali atteggiamenti di indisponibilità e/o discriminazione da parte di istituti o agenzie bancarie da girare direttamente agli organismi di vigilanza bancaria preposta al controllo della regolarità del sistema. Rifuggendo, inoltre, da ogni atteggiamento autoreferenziale anche attraverso l’Osservatorio nazionale antiracket e antiusura l’impegno è nel fare rete con il vasto e vario mondo delle associazioni antimafia nel tentativo di dare vita a un’iniziativa unitaria che contribuisca a rendere più forte ed efficace lo sforzo che ognuno sta mettendo in campo. Questo, nel comune obiettivo di difendere decenni di impegno e conquiste antimafia e per impedire che si torni indietro o che le stesse mafie si rafforzino sfruttando la crisi sanitaria, economica e sociale che il nostro Paese sta attraversando.
“Tutti uniti contro il virus della mafia”, infatti, è il titolo della campagna di sensibilizzazione sui social che accompagnerà l’attività dell’Osservatorio. Il numero verde 800900767 e la mail info@sosimpresa.org, invece, sono già attive per raccogliere qualsiasi segnalazione, anche anonima, e tradurla in denuncia concreta nelle sedi opportune e preposte.