di Roberto Dall’Acqua
Diodato, superstar al 70esimo Festival di Sanremo, vincitore con “Fai rumore” rivela: <<Avevo paura, e mi rintanavo nella mia stanza quando ero bambino. Mi sono rivisto, con un brivido, mentre imparavo il giro di do sulla chitarra, Wish you were here o forse Bennato. Il mio spirito ragazzino è ancora accanto a me. La famiglia per l’artista tarantino è essenziale e non smetterà mai di proteggerlo: <<Mamma e papà hanno fatto un tifo da stadio, il loro figlio ha vinto a Sanremo, sono orgogliosi come il giorno che presi la laurea in cinema al Dams>>.
Antonio Diodato, amabile e timido, cerca <<di mettere la musica al centro di ogni cosa, perché qualcun altro possa riconoscersi in ciò che provo io, come era accaduto per me mille volte: mi chiedevo se i miei idoli mi avessero seguito con una telecamera, se io fossi in un Truman Show dove mi avevano stanato>>.
Ha confessato davanti alla Venier: <<Sì, la canzone è per una mia exbella, bruna, sexy e che canta molto bene>>. Dichiarando anche: <<Certo, l’amore. Non ne avevo mai parlato prima. Ma la musica si espande oltre una vicenda privata: io spero che possa alimentare il bisogno di umanità che ci lega tutti, non solo in una relazione di coppia. Dobbiamo infrangere il silenzio, confrontarci, a costo di scelte dolorose. Ognuno deve pescare in profondità la propria verità, afferrarla anche attraverso il dissenso>>.
Il primo maggio Diodato organizza a Taranto il concerto: <<Che non è solo un concertone, ma una mobilitazione continua con i comitati dei cittadini liberi e pensanti e gli altri che operano a Taranto. Quando è venuto lì Conte gli abbiamo proposto soluzioni alternative, vedremo. Quelli che lo hanno preceduto sembrava- no più impegnati ad evitare di pestare merde sul loro cammino. Non mi tirerò indietro: se la mia musica potrà alzare il volume su Taranto, faremo ancora più ru- more>>.