(di Giuseppe Messina)

Uno dei miti più antichi della Sicilia. Sabato 2 e domenica 3 febbraio e ancora 9 e 10 febbraio dalle ore 17:30 alle 20:00 al Teatro Savio, la Compagnia delle Fiabe presenta il musical “Colapesce”. Uno spettacolo, dedicato ai bambini e alle famiglie, che ripercorre la memoria della leggenda, ricca di fascino e portatrice di valori. Il musical “Colapesce” è inserito nel calendario della stagione 2018/2019 della rassegna “Famiglie a teatro” della Compagnia delle Fiabe dedicata ai più piccoli. Con la direzione artistica di Francesco Giacalone, i testi, le musiche e la regia sono curate da Antonio Sposito. Le scenografie sono di Danilo Zisa, le coreografie di Laura Saitta e i costumi di Erina Mollica.

Nella sua versione più conosciuta, quella palermitana, si narra di un certo Nicola (Cola di Messina), figlio di un pescatore, soprannominato Colapesce per la sua abilità nel muoversi in acqua. La sua fama arriva al re di Sicilia ed imperatore Federico II di Svevia che decide di metterlo alla prova: il re e la sua corte si recano pertanto al largo a bordo di un’imbarcazione e buttano in acqua una coppa che viene subito recuperata da Colapesce. Il re getta allora la sua corona in un luogo più profondo e Colapesce riesce nuovamente nell’impresa. La terza volta il re mette alla prova Cola gettando un anello ancora più in profondità e in quell’occasione Colapesce non riemerge più.

Secondo la leggenda più diffusa, scendendo ancora più in profondità Colapesce vide che la Sicilia posava su 3 colonne, una delle quali con vistose crepe e segnata dal tempo. Secondo un’altra versione essa era consumata dal fuoco dell’Etna, ma in entrambe le storie Colapesce decise di restare sott’acqua, sorreggendo la colonna per evitare che l’isola sprofondasse. Ancora oggi si troverebbe quindi a reggere l’isola per evitare che affondi e con lei tutti i suoi abitanti e ogni 100 anni riemerge per rivedere la sua amata Sicilia.

La figura di Cola Pesce rappresenta la capacità di adattamento dell’uomo, che impara a vivere in ambienti diversi dal suo e  la generosità di chi ama non solo i suoi simili, ma la natura tutta con le sue creature.