E al bagaglio delle loro conoscenze ed esperienze se ne aggiunge un’altra. I ragazzi del quartiere Kalsa sabato mattina, grazie ad Addiopizzo e alla Lega Navale Italiana, sono saliti a bordo di una barca a vela. L’obiettivo è sempre lo stesso: cercare di includere i ragazzi che hanno sempre vissuto in contesti difficili, e a volte sbagliati, in realtà nuove; avvicinarli a mondi sconosciuti, stimolare la loro curiosità e far vedere loro che esistono al mondo infinite cose da imparare e da amare. L’installazione dei giochi a piazza Magione e della palestra nel quartiere è stata realizzata con la stessa speranza, quella di concentrare i cittadini e i ragazzi soprattutto, in attività sane da svolgersi in condivisione. Ed è così che ieri mattina al porto della Cala, dal Polo della LNI per le attività sociali “Oltre le barriere”, i ragazzi di piazza Magione, sono saliti a bordo delle imbarcazioni. Tra queste anche la “Azimut”, la barca a vela a due alberi di oltre 12 metri, sequestrata dalla Guardia di Finanza, lungo la costa meridionale siracusana, in seguito ad una operazione di lotta alla immigrazione clandestina. I ragazzi hanno avuto modo di conoscerne gli spazi e le dimensioni dell’imbarcazione e hanno imparato le regole e i comportamenti da seguire in navigazione. Muniti di cappellini bianchi e in tenuta sportiva sono saliti emozionati a bordo della barca e hanno imparato come ci si muove su di essa. In poche ore già tutti conoscevano i termini degli strumenti tipici dell’imbarcazione. Mille domande, tanta curiosità e tanta voglia di sapere. Alcuni hanno provato a mettere in atto alcune manovre e per qualche momento si sono trasformati in navigatori provetti. Un mondo nuovo per tanti di loro che ora avranno da raccontare ai loro amici l’esperienza vissuta e chissà che per qualcuno non sia nato un sogno nuovo, quello di imbarcarsi e di lavorare nel settore navale. “E’ così che si combattono le battaglie e si può sperare di contrastare il malcostume, l’illegalità diffusa e il sistema di potere mafioso . Non è sufficiente accompagnare e sostenere commercianti e imprenditori a denunciare – spiegano infatti da Addiopizzo – se non si agisce nel contesto sociale in cui si vive, permeato da sacche di degrado urbano e sociale che contribuiscono ad alimentare il sistema sbagliato”. Ed è per questo che gli operatori di Addiopizzo puntano soprattutto sulle nuove generazioni, sui giovani, affinchè non abbandonino la scuola e non si perdano in strade sbagliate lasciandosi trascinare dal vortice della famiglia e il contesto sociale in cui vivono. Si vuole dar loro una speranza di vita migliore e la consapevolezza di cosa è veramente giusto fare e di cosa bisogna invece non fare per rimanere persone pulite e dignitose. Questa si chiama educazione. E’ questo ciò che Addio pizzo vuole fare: educare i giovani alla vita e renderli risorse preziose alla comunità. Ed è col gioco e con le attività che si possono coinvolgere i ragazzi, con ciò che a loro piace fare, con lo sport, i laboratori ricreativi e tutto ciò che può tenerli impegnati e vicini ad altri ragazzi. Tutto viene svolto all’insegna della collaborazione e della condivisione perché a fare le cose c’è piacere, ma quando si fanno insieme agli altri il piacere diventa più grande. Ed è così che nascono le amicizie, i sogni, la stima di se stessi, la fiducia nelle proprie capacità e in quella degli altri e la forza di dire no a ciò che è sbagliato.